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Screening oncologici: crescono le divergenze tra Nord e Sud

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Nel 2023 l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha stilato il report ufficiale sui numeri del cancro in Italia relativi all’anno 2022. Il tallone di Achille è ancora la prevenzione. Sappiamo che oggi l’unica strategia efficace per ridurre la mortalità correlata al cancro è l’adesione agli screening forniti dal sistema sanitario nazionale. Una lesione tumorale identificata attraverso un programma di screening ha maggiori probabilità di guarigione, a differenza di una lesione diagnosticata accidentalmente. Ancora notiamo differenze significative tra Nord, Centro, Sud e Isole della penisola Italiana nei programmi di estensione e adesione agli screening mammografico, cervicale e colo-rettale. Guardiamo insieme i numeri ufficiali.

 

L’adesione sommaria allo screening mammografico è stata del 56,2% con importanti differenze tra macroaree (in particolare Nord 64,7%, Centro 50,2%; Sud e Isole 41,3%). La partecipazione allo screening della cervice uterina è del 39,2% che si estende dal 47,8% al Nord, 33,4% al Centro e 32,6% al Sud e Isole. Simile trend si nota per lo screening colorettale: siamo al 38.7% nel campo nazionale per i programmi con ricerca del sangue occulto fecale, ma con dati superiori al Nord (47,6%) rispetto al Centro (31,5%) e al Sud e Isole (23,7%).

 

Se guardiamo inoltre i dati relativi all’estensione degli screening, ovvero al numero totale degli inviti rivolti alla popolazione a partecipare agli stessi, notiamo dati più allarmanti.

 

Nel Nord osserviamo estensione degli inviti mammografici oltre il 100%. Le stratificazioni regionali del Centro-Sud, dimostrano che per quanto riguarda lo screening mammografico, Molise e Sicilia risultano essere le regioni più virtuose, in quanto sono in grado di garantire una offerta superiore al 90%, mentre Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sardegna garantiscono l’invito rispettivamente al 60,1%, 69,1%, 53,4%, 47,3% e 50,8% della popolazione avente diritto. La Calabria è quella che si trova in situazione più critica.

 

Per lo screening cervicale il Centro Italia è quello più forte, con un’estensione che rasenta il 130%. Molise e Sicilia si confermano in grado di garantire una offerta superiore al 90%, a fianco troviamo l’Abruzzo con il 94,2%. Puglia e Sardegna riescono ad invitare il 61,1% ed il 55,6% delle aventi diritto, mentre Basilicata, Campania e Calabria si attestano rispettivamente al 45,1%, 39,2% e 15,9%.

 

Per lo screening colorettale osserviamo dati divergenti. Le regioni che riescono a garantire l’invito ad oltre il 90% della popolazione bersaglio sono Basilicata (94,3%) e Molise (90,3%), seguiti dalla Sicilia (81%) e dall’Abruzzo (75,6%). Puglia e Sardegna riescono ad invitare il 40,8% ed il 29,6% della popolazione target, mentre Campania e Calabria si attestano rispettivamente al 15,6% e 3,7%.

 

Focus sulla nostra Campania: la copertura dello screening mammografico, cervicale e colo-rettale è del 53,4%, 39,2% e 15,6%. I dati di adesione sono nettamente migliori rispetto alla copertura: 39,7% per mammografia, 43,8% per PAP test e 34.3% per il colon-retto. In proporzione, rispetto al Nord e al Centro Italia, possiamo dire che in Campania vi è più adesione delle persone agli screening offerti dal servizio sanitario nazionale. Questo è un dato estremamente interessante, perché dimostra che la gente vuole fare prevenzione, probabilmente bisognerebbe garantire e offrire una maggiore copertura degli screening.

 

È evidente dedurre che le popolazioni del Sud Italia rispetto al Nord aderiscono ben poco agli screening oncologici, ma se da una parte la popolazione non partecipa, significa che non è stata effettuata un’estensione sufficiente di inviti tale da coprire l’intero fabbisogno della popolazione. Il raggiungimento dell’obiettivo della tutela della salute attraverso la prevenzione sarà possibile solo grazie ad un aumento significativo della copertura degli screening nelle zone deficitarie.
Il Sud Italia ha ottimi centri oncologici dove la ricerca occupa un ruolo cruciale nella scoperta di nuove cure con medici e personale sanitario eccellente. Tuttavia rimane difficile capire le motivazioni e la persistenza di una divergenza così grave a discapito del Meridione.